Un altro podcast da ascoltare, ma con una voce in più. Siamo in due, Antonio Dini e Riccardo Palombo, toscani finiti in città diverse, si potrebbe dire all’opposto (rispettivamente Milano e Roma), ma che più o meno masticano le stesse cose. La nostra tilde è nata perché volevamo divertirci facendo qualcosa insieme, ma anche perché non trovavamo un podcast da ascoltare che ci piacesse davvero. E allora abbiamo deciso di farlo noi.
The podcast tilde is created by Riccardo Palombo e Antonio Dini. The podcast and the artwork on this page are embedded on this page using the public podcast feed (RSS).
Avanzavano un po’ di libri da raccontare, ragionamenti da chiudere, idee da spulciare. E poi, diciamoci la verità, è sempre bello farsi una chiacchierata durante le feste.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-35
Cominciamo da dove eravamo rimasti. Alla fine dell’anno, si sa, si fanno cose strane. Antonio, ad esempio, per un decennio negli anni Novanta ha fatto il giornalista radiofonico. Adesso, complice una visibile crisi di mezza età, ha messo insieme un piccolo laboratorio audio assai vintage: registratore MiniDisc, registratore di nastrocassette, digitalizzatore con il suo nuovo Zoom H1 Essential (anche perché l’entrata audio minijack sui Mac non c’è più, maledizione) e così adesso può fare tutti i riversaggi che vuole dal suo archivio analogo.
E fra le altre cose, va detto: il MiniDisc! Ah, quello sì che era tanta roba. Peccato però che fuori dal Giappone non sia mai decollato veramente. Ma la qualità? Ovviamente Riccardo ha pronta la soluzione cloud con l’AI: Auphonic (i link sono in fondo), che trasforma qualsiasi vecchia registrazione audio in una bomba qualità podcast.
Inevitabilmente si finisce così a parlare di suono genuino, vintage, artigianale, finto artigianale e di solitudine. Tipo l’estetica di Lofi Girl, per dire: Antonio ne ha scritto un po’ (vedi il link in fondo). Oppure gli album famosi (tipo Nevermind dei Nirvana, per intendersi) rifatti con le vecchie console 8 bit. Si chiama “chiptune”. Ma s’è parlato anche del bisogno di salvare la musica che i servizi di streaming non mettono online. C’è un mondo di cose che sta sparendo. Antonio un po’ delle sue le mette online (vedi sotto) grazie ad Archive punto org, ma il problema sono le migliaia di concerti ed edizioni alternative dei dischi che stanno semplicemente svanendo nel nulla.
Riccardo invece ha un problema con i suoi siti: non c’è n’è più uno che lo rappresenti. Anche perché vorrebbe pubblicare cose personali ma poi famiglia, amici e conoscenti lo chiamano tutti preoccupati per capire cos’è successo, come va. Non si può proprio più dire niente online! Meglio essere anonimi allora, come il “famoso” (nella bolla dei blog italiani del 2002) blogger “Personalità Confusa”. Riccardo invece segue la newsletter in inglese People and Blogs di Manuel Moreale che tira fuori storie di gente che ha piccoli siti “genuini”. In realtà la foresta degli alberi del sapere web sta neanche troppo lentamente scomparendo: tante pagine storiche vengono spostate in dev/null quando i provider o le aziende staccano la spina ai servizi connessi. E c’è anche chi lo fa per migliorare la SEO (che disgrazia!).
Dopo un rapido aggiornamento delle rispettive dotazioni tecnologiche (Antonio con il MacBook Air M3, Riccardo con il Mac mini M4, la nuova tastiera Pi 500 di Raspberry per i figli di Antonio), parliamo di libri, finalmente. E che libri.
Continua a leggere su https://tilde.show/podcast-35
Dovevamo mettere a frutto i soldi che abbiamo speso per rinnovare il dominio del sito e allora sai cosa? Eccoci qua, con una nuova puntata di Tilde. Siamo carichi di roba da fare ma riparlarci è sempre un piacere.
Note della puntata: https://tilde.show/podcast-34
Antonio s'è perso un'altra volta a giro per il mondo: questa volta a Tokyo un paio di settimane tanto per cambiare aria e lavorare in trasferta, computerino a spalla e via per bar e coworking giapponesi. La sua è una vacanza lavorativa da nevrotico, tanto che s'è ridotto a comprare il macina pepe di Ikea uguale a quello che c'è qua in Italia "perché non ho la macchina e a Milano l'Ikea mi viene scomoda". Vabbè.
Invece Riccardo ha deciso di diversificare la vita: Roma è tossica e allora passa più tempo che può nella casetta vicino al mare e ai genitori. Due ore di treno e ogni dieci giorni torna a casa a Roma (se serve). Si sta così bene che andava fatto prima, dice lui.
Comunque, questi due ragazzi li avevamo lasciati che sembravano in crisi e adesso invece non è cambiato niente e sembrano sempre in crisi: andarsene alle isole Faroe, per dire, sarebbe un'opzione. Poi non lo fanno, ma non è detto: con loro non si sa mai.
Invece, dal punto di vista più squisitamente consumistico, Antonio si è comprato la nuova versione del suo registratore portatile: lo Zoom H1 Essentials che registra a 32 bit e quindi teoricamente non richiede la regolazione del volume di registrazione. Funzionerà meglio? Se ascoltate il podcast lo potete capire anche da voi.
Riccardo intanto si è costruito una interessante postazione da lavoro, anzi più di una. Microfoni a condensatori alimentati a pila, scheda audio e computer in prova (uno qualsiasi, non è quella la cosa importante). È quella che usa di solito per registrare musica con la sua fedele replica della Telecaster.
E poi sempre Riccardo si è comprato anche il MacBook nuovo/vecchio (cioè ricondizionato, con un po' di tribolazioni) e ci fa parecchie cose. Oltre a quello, non poteva mancare un momento e-Ink: dagli schermi paper-like per computer al nuovo reMarkable Pro a colori, passando per qualche Android e il Kindle Scribe di Riccardo, i nostri due flaneur digitali sono sempre alla ricerca di un sistema leggere di più. Anche se, diciamocelo, gli ebook costano veramente un botto.
E a proposito di cose da leggere: Riccardo è sempre perso nel mondo del Signore degli Anelli nella nuova traduzione con lo Hobbit tradotto da Wu Ming 4. Antonio legge Fosco Maraini mentre Riccardo, tra poesie e altre cose, si vende i libri che non gli interessano più. Mica male, no?
En liten tjänst av I'm With Friends. Finns även på engelska.