Finché i Romani seppero gestire la sfida dell’immigrazione i barbari furono una risorsa per l’impero, assai più che una minaccia. L’ideologia ufficiale insisteva che tutti i popoli dovessero avere la possibilità di conoscere “la felicità romana”. In questa prima lettura si presentano, fra l’altro, le orazioni di Temistio, grande retore e influente politico nella Costantinopoli del IV secolo, in cui si scopre che i Romani avevano una coscienza ecologica e che i barbari andavano protetti dal rischio dell’estinzione, soprattutto perché una volta promossi a cittadini romani, anche loro pagavano le tasse.