In questa terza lettura sono presentati gli autori romani e greci che fra IV e V secolo, quando il governo imperiale si dimostra sempre più incapace di gestire l’immigrazione, cominciano ad allarmarsi perché i barbari sono troppi. Sinesio trova che un barbaro rimane sempre barbaro anche se fa parte del consiglio dei ministri, e che preferirà sempre la pelliccia alla toga; Sidonio Apollinare riconosce che i barbari sono gente in gamba, e che il futuro appartiene a loro, è solo un peccato che siano così maleducati e abbiano strane idee sull’igiene. Testi antichi per un tema molto attuale.