La FIEG ha chiesto la sospensione di Telegram perché in alcuni gruppi si scambiano copie pirata dei giornali. Ok, ma come si può sospendere un sistema di messaggistica in una inter nazione?
No, non si può.
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Ciao a tutti e bentornati all’ascolto di Pillole di Bit, questa è la puntata 141 e io sono, come sempre, Francesco, e non ho più frasi idiote da dire per sottolineare che non esco più. È un periodo diverso dal solito, la gente sta a casa, non ha nulla a cui pensare e si fa venire in mente idee al di fuori di ogni logica. Per come vanno le cose, avrei materiale, ma non il tempo, per fare una puntata al giorno di questo podcast, ma dovrei chiamarlo poi idiozie di bit, credo che sia meglio lasciar perdere. La notizia di questi giorni è che la FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) ha chiesto ad AGCOM di sospendere Telegram perché all’interno della sua piattaforma ci sono diversi gruppi che si scambiano file PDF o foto di quotidiani in modo che la gente non debba andare a comprarli. Tralascio tutto il discorso di cosa è legale e cosa no e della mentalità sbagliata che ti fa dire, visto che c’è un utilizzo illegale di un mezzo, allora sospendo il mezzo completamente anche a scapito di tutti quelli che lo usano in modo corretto. Telegram è una piattaforma, definita come alternativa a Whatsapp, che permette lo scambio di messaggi, immagini, file e quant’altro. Se siete ascoltatori partecipativi siete anche nel gruppo Telegram di questo podcast, se siete ascoltatori e basta, avrete già ascoltato la puntata con qualche indicazione su come usare Telegram al meglio, per la precisione la 120, che trovate linkata come sempre nelle note dell’episodio. Oggi ci concentriamo sulla definizione di “sospensione di un’app”. Lo hanno chiesto come se si volesse sospendere dalla scuola un alunno modello. Gli fai la lettera e lui se ne sta a casa per una settimana. Quindi, forse, pensano che si fa una lettera a Duvrov, in Russia, e lui dirà, con pace e tranquillità “ok, allora chiudo Telegram in tutta Italia”. Certo, crediamoci tutti. Certo. Dai, come si può sospendere un’app nel mondo di Internet del 2020? Ci possono essere alcune possibilità, in questa puntata le analizziamo e le smontiamo. Faccio togliere l’app dai due store più grandi, l’App Store di Apple e Google Play per gli Android. Ok, tolta. Vado sul sito di telegram, è un sito pubblico con cose non illegali, il link è nelle note, e scopro che per android posso scaricare l’APK, cioè il pacchetto di installazione, che scarico sul telefono e lo installo. Su iPhone la cosa non è possibile, in quanto se il telefono non ha il jailbreak non può scaricare app al di fuori dall’app store, ma c’è il client web, forse un po’ più scomodo, ma funziona. Tutte le altre app da PC desktop, per qualsiasi sistema operativo sono ancora scaricabili e funzionano correttamente Ok, togliere l’app dagli store dei dispositivi mobili non serve. Allora dico ai DNS, e lo posso dire solo ai DNS Italiani, di non risolvere più il nome del server telegram.org. In questo modo nessuno potrà più accedere perché quando si cercherà di accedere al sito, un po’ come quelli di scommesse illegali, il DNS non darà risposta. Nel PC di casa si possono mettere dei DNS stranieri, come OpenDNS, Google o CloudFlare, se il vostro provider fa DNS trasparent proxy, come descritto nella puntata 110, il link ormai sapete dove sta, si può installare una scheda Pi Hole che usa il DNS over HTTPS, per questo protocollo la puntata da riascoltare è la 135 e il problema è risolto. Ma costruirsi un PiHole potrebbe essere problematico, potete iscrivervi ad una VPN qualsiasi, ma ne parliamo tra un attimo. Potrebbe anche succedere che io, in un futuro non troppo remoto, fornisca la consulenza per spedirvi un PiHole, che vi permette anche di navigare senza pubblicità, così diventa tutto più facile. Credo che ne riparleremo. E sui cellulari? Qui ci sono le VPN che vincono su tutto. VI abbonate a una servizio di VPN, costa 3€ al mese, e potete far uscire le vostre connessioni da un altro Paese, problema risolto. CloudFlare rende disponibile la sua app che fa VPN per le sole chiamate DNS, così attivate quella e i server bloccati torneranno subito a rispondere. la VPN si può usare, ovviamente, anche installandola sul PC di casa o sul portatile, è facile, veloce e sicura. No, nessuno può bloccare il traffico di una VPN, il precedente sarebbe gravissimo e il costo in termini di CPU per l’operatore è molto elevato. Cosa si può fare di ancora più profondo e meno aggirabile? Potrebbero fare in modo che l’intera rete Internet nazionale non arrivi più ai server di Telegram, identificati tramite indirizzi IP e non più come nomi. A questo punto telegram è sconfitto. Certo, come no. Telegram avrà centinaia di IP e potrà cambiarli a suo piacimento, aggiornando i DNS di conseguenza. ma la cosa bella è che potrebbe prendere il servizio da qualche provider di CDN, se non sapete cosa sono, la puntata da ascoltare è la 72, così AGCOM potrebbe bloccare gli IP della CDN, bloccando di conseguenza tutti i servizi a le appoggiati. Vi immaginate i titoli di giornali “AGCOM blocca Akamai, fuori uso Netflix, DAZN e circa il 40% dei siti italiani” Non si può fare, proprio no. Tutto questo senza che telegram alzi un dito e sono tutte attività che un utente qualunque può fare senza troppo sbattimento o difficoltà. Ma Telegram si potrebbe muovere e, al costo di un po’ di rallentamento, potrebbe far passare le sue comunicazioni, a scelta dell’utente, con un interruttore, sulla rete TOR, della quale ancora non ho fatto una puntata, ma che, prendetela con le molle, è una rete completamente crittografata che è quasi impossibile da bloccare a livello di internet service provider. Alla fine di tutto questo discorso avrete ormai capito che chiedere di sospendere Telegram è una richiesta che non sta né in cielo né in terra né nei router che danno vita ad Internet. Il mio commento personale è che se una cosa è fatta bene, le do un valore e questo equivale al fatto che ci spendo dei soldi per averla. Se i giornali vendono poco non è perché ci sono i pirati che fanno le foto e li mettono su Internet, magari è perché il loro lavoro non è ritenuto degno di un certo tipo di valore. Per informarmi io uso una testa solo online, che non ha il paywall, quidni gli articoli si possono leggere da abbonati e non, senza alcuna limitazione. Ho dato e continuerò a dare 80€ all’anno a questa testata perché per me il lavoro che fanno è encomiabile, è fatto gran bene e l’abbonamento, davvero, sono tutti soldi ben spesi. No, Il Post non mi ha pagato per dire questo, quindi prendetelo come consiglio del tutto personale, ma basta andare a leggere qualche articolo, abbonarsi alla newsletter sul coronavirus e vedrete che gli 80€ li spenderete anche con piacere. Ricordatevi che, in ogni caso, se davvero Telegram dovesse chiudere, ci sono decine e decine di altre piattaforme che potrebbero essere utilizzate per questo tipo di attività, alcune persino completamente crittografate, non come Telegram i cui canali passano in chiaro sulla rete. Seguendo questa logica si dovrebbe fermare il mondo intero, perché non credo che esista una sola cosa, digitale o no, che non potrebbe essere usata con scopi illeciti, pensateci. Qualche esempio? Sospendiamo le auto, potrei puntare e investire il capo che mi sta antipatico Sospendiamo il denaro, mi ci posso comprare la droga. Non vendiamo più cacciaviti, sapete che male se li infilo in un occhio a qualcuno? Potrei andare avanti per ore, ma credo che il concetto sia chiaro. I contatti Trovate tutti i contatti e i modi per sostenermi in questo progetto direttamente nelle note di questa puntata o sul sito www.pilloledib.it, mi trovate su twitter, nel gruppo telegram, finché non lo chiudono, il canale che preferisco dove ci scambiamo idee e consigli e che ormai conta più di 240 iscritti, oppure via mail, se volete scrivere di più. Se volete sostenermi con 5€ o più, compilate il form e vi spedisco gli adesivi a casa. Grazie a chi ha donato in questa settimana! Da inizio 2020 potete trovare la puntata direttamente al link www.pilloledib.it/podcast/numeropuntata. Già, siamo ad aprile e non ve lo avevo ancora detto. Il tip Se vi serve mandare un’informazione riservata a qualcuno simile ai messaggi di Mission Impossible, esiste un sito interessante, onetimesecret, il link ormai lo sapete dove lo trovate, dove potete scrivere un messaggio e mandarlo tramite il link che vi propone il sito. Potete decidere quando far scadere il link, in modo tale che il destinatario lo possa vedere una sola volta entro un tempo molto breve, così da essere sicuri che lo abbia letto solo lui. Provatelo, vi darà grandi soddisfazioni e una sensazione di sicurezza mai avuta prima, soprattutto se dovete mandare dati sensibili via mail. Ricordate che mandare password o numeri della carta di credito via mail non è cosa saggia. Bene è proprio tutto, non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima puntata. Ciao!