Spesso si tende a minimizzare i lavoro altrui pensando "eh, ma mi ha chiesto 100€ per collegare un cavo di rete". In questi 10 minuti vi racconto cosa c'è dietro a quei 100€ e perché, a conti fatti, forse sono anche pochi.
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Ciao a tutti e bentornati all’ascolto di Pillole di Bit, questa è la puntata 145 e io sono, come sempre, Francesco. Qualche tempo fa parlavo con mio fratello che si lamentava del fatto che l’installazione del router della fibra della sua casa nuova, accadeva poco prima del lockdown, sarebbe costato 100€. Mi ha quindi chiesto se l’attività fosse così complessa e se potesse farla lui, così da risparmiare tutti quei soldi. Gli ho risposto pressapoco così: “Guarda, il router te lo danno loro già configurato, tu devi collegare un cavo di rete allo scatolotto che è collegato alla fibra e lo devi attaccare alla porta 1 del router, poi accendi il router. Aspetti un minuto circa, ti colleghi alla WiFi e verifiche che funzioni”. La sua risposta, tra una parolaccia e l’altra è stata, semplicemente “scusa, si prende 100€ per collegare un cavo?” E qui veniamo al punto. Sembra troppo spesso che alcune attività di tipo manuale e tecnico siano cose facili e rapide al punto da non avere nessun valore professionale, e quindi economico, percepito. Adesso provo a spiegarvi, in maniera molto dettagliata, cosa vuol dire “vado a collegare un cavo a casa del cliente”. Ve lo faccio come se il fornitore fossi io, ma voi immaginatelo come se il fornitore fosse il fornitore di un qualunque servizio a pagamento che vi serve. Devo chiamare il cliente e se lo trovo subito sono fortunato, se no dovrò chiamarlo anche 2 o 3 volte, perché ovviamente lui ha una vita e non potrà rispondermi, poi dovrò cercare un momento libero della sua vita da incastrare con il mio calendario lavorativo, momento che stimiamo in circa un’ora e mezza per attaccare un cavo, ma ci arriviamo. Trovato il momento, vivo tranquillo fino a quel giorno. Ma potrebbe chiamarmi e spostarlo, quindi devo interrompere del lavoro che sto facendo per cercare un’altra data da contrattare. Avete mai avuto a che fare con il calendario degli impegni di un cliente? Oppure avete mai dovuto organizzare un incontro con un tecnico qualunque, tipo l’idraulico? Trovare il momento giusto è frutto di una contrattazione vera e propria. Arriva il giorno giusto Parto con circa mezz’ora di anticipo e mi reco verso il domicilio del cliente con la mia auto di servizio, che ho acquistato, per la quale pago bollo e assicurazione, per muoverla ci metto la benzina e tutto questo ha un costo al km. Arrivo dal cliente e devo cercare parcheggio, in certi casi ci vanno anche venti minuti, potrei anche doverlo pagare il parcheggio. Suono il campanello e ho una remota possibilità, diciamo un 5%, che il cliente non ci sia perché se ne è scordato. Ricomincia tutto da capo, dopo corposo rilascio di santi e madonne. Ma questa volta c’è, mi fa salire e entro in casa sua. Da questo momento immagino che il cliente sia il tipo “voglio internet che funzioni, non so niente, non voglio sapere niente, voglio che internet funzioni”. Chiedo dove è stato messo lo scatolotto dove è attestata la fibra ottica. Potrebbe esserci un attimo di smarrimento, quidni io che sono previdente ho la foto dello scatolotto sul telefono e gliela faccio vedere. Allora rinsavisce e mi fa vedere lo scatolotto con una pila, incastonato dietro un armadio 4 stagioni. Gli spiego che è necessario che io possa accedere allo scatolotto per poter mettere il mio dispositivo che permetterà ad Internet di funzionare. “Ah, deve mettere un altro dispositivo? E come mai? Non basta quello?” Passo così i successivi 10 minuti a spiegare che il primo scatolotto serve per convertire il segnale che attiva dalla fibra ottica, in impulsi luminosi in un segnale elettrico, che il router possa capire e gestire per far funzionare internet a casa sua. Poi gli chiedo dove lo posso attaccare per accenderlo. E qui parte lo smarrimento. GIà, perché a casa di chiunque ci sono sempre milioni di dispositivi attaccati, ciabatte, multiple, serie di ciabatte e multiple una sull’altra, ma dove devi attaccare il router non c’è mai l’ombra di una presa a disposizione. Ma senza presa il router non si accende, se il router non si accende non funziona Internet. Ed è un gran casino. Di solito la soluzione arriva dopo 20 minuti di ricerche dove il cliente decide cosa staccare per liberare una multipla che porta dietro all’armadio in modo che si possano collegare router e scatolotto della fibra. Per inciso, lo scatolotto della fibra si chiama ONT, Optical Network Terminal. In certi casi è un dispositivo esterno al router, in altri casi la fibra si inserisce nel router e quindi non serve. Quindi è passata una mezz’ora abbondante e sono riuscito a collegare a accendere il router, faccio le mie due prove e la connessione funziona. Scrivo su un foglio il nome della rete WiFI e la password e la lascio al cliente così che la possa usare sui suoi dispositivi. “ma non può collegarmi il telefono già che è qui?” Sempre, lo chiedono tutte le volte. 3 minuti ed è fatto. “guardi ho qui il portatile, mi collega anche questo?” Fatto anche questo, anche se non fa parte del servizio, in ogni caso gli faccio vedere che internet funziona, gli faccio anche uno speedtest e gli spiego che non va veloce come si aspetta perché ormai la WiFi in casa è più lenta della connessione su fibra. “eh, ma allora mi vendete una cosa che non posso sfruttare, è una truffa!” Visto che sono pronto anche a questo, ho un cavo nella mia borsa, disattivo il WiFi del suo portatile, mi infilo di nuovo dietro all’armadio, collego il cavo, lo collego al portatile e rifaccio lo speedtest. Il risultato è quello atteso. “Oh, che bello!” Prendo le mie cose, sistemo, lascio in ordine, faccio firmare il foglio di consegna, spiego cos’è a chi si chiede cosa sta firmando, me ne vado, riprendo l’auto, torno in ufficio, deposito il foglio di lavoro in amministrazione e sono pronto per il nuovo lavoro. Tempo totale: 2 ore Costo fatturato: 100€, quindi 50€ a ora, per un totale netto di 50€, tra benzina, parcheggio costo dell’auto, direi che in tasca al tecnico restano, a spanne, non fate polemiche per cortesia, non sono un commercialista, per fortuna, una quarantina di euro. Da tutte queste parole, spero che vi portiate in tasca alcune piccole cose, che vi riassumo qui: Quando chiamate un tecnico per fare qualcosa che voi non sapete fare, non state a questionare sul prezzo, decidete se farvi fare la cosa o no, semplicemente. Se dovete far mettere la connettività nuova in casa fate in modo che il router sia in un posto accessibile, ben areato, con adeguate prese di corrente proprio lì vicino, se vi portano la fibra a casa, le prese di corrente devono essere almeno 2, evitate le prese multiple. fate in modo che il tecnico trovi gli spazi giusti per poter lavorare, questo vale anche per l’elettricista e l’idraulico, eh? Non sottovalutate mai la professionalità di una persona che fa un lavoro che voi non sapete fare, anche se è un cavi di rete da collegare. I contatti - 3 Il podcast è sempre disponibile, da ascoltare, ma è vivo e attivo anche durante la settimana, potete scrivermi su diversi canali digitali, la mail, twitter o il gruppo Telegram dove, tempo permettendo, rispondo sempre a tutti, ma solo se si usa l’educazione. Inutile che ve li dica qui a voce, andate sul sito pilloledib.it e trovate tutto quel che vi serve, anche dal cellulare. Se volete partecipare economicamente al podcast potete donare qualche spicciolo su una delle tre piattaforme più usate al mondo: Satispay, Paypal e Patreon, sulle ultime due potete persino fare una specie di abbonamento con una donazione mensile. per me sarebbe bellissimo. Se donate più di 5€, compilate anche il modulo con i vostri dati e vi spedisco gli adesivi a casa. Grazie ai donatori di questa settimana. Vi ricordo che se vi interessa un qualche tipo di supporto professionale da me, trovate i contatti e le tariffe sul sito www.iltucci.com/consulenza Il tip Un ascoltatore del podcast, Alberto Cuffàro, ha realizzato un’applicazione per Android per chi usa Pi-Hole a casa propria per navigare in sicurezza e senza pubblicità, l’applicazione è il classico uovo di colombo, semplice e maledettamente utile: permette con un semplice tap di attivare e disattivare il filtro di Pi-Hole, una genialata! Trovate il link al Play Store nelle note dell’episodio, come al solito. Grazie Alberto! Se non sapete cosa sia Pi-Hole, è facile, c’è la puntata 43 di Geekcookies da ascoltare, il link, non serve neanche ve lo dica, è nelle solite note Bene è proprio tutto, non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima puntata. Ciao!