Giovanna Izzo soffre di sindrome premestruale perenne, che in realtà non esiste ma che la scrittrice Roberta Casasole, al suo esordio letterario dal titolo "Donne di tipo 1", inventa per raccontare con ironia l’insofferenza verso l’umanità. Giovanna cerca rocambolescamente di ottenere il riconoscimento da parte dell'Inps di questa sindrome (che si è autodiagnosticata) come patologia invalidante, e intanto combatte contro le ingiustizie che la circondano, prima tra tutte quella del professor Enrico Mazzetti Garrone, che schiavizza Giovanna e altri assistenti universitari e non si decide mai a lasciare la cattedra.